Fare mostre: Italia, 1920-2020: colpi di scena e messinscena
Synopsis
Il volume offre una sintetica ricognizione su quello che, adottando una espressione di Germano Celant, si potrebbe definire il “linguaggio dell’esposizione”, un ambito disciplinare occupato da un complesso di attività che sono insieme critiche, speculative e artistiche. Sempre più nel corso del Novecento l’esposizione si è proposta come il luogo nel quale fondere e con-fondere tra loro, le diverse discipline e pratiche visive coinvolte nel progetto di allestimento. L’allestimento, quindi, sempre più si è liberato dal puro statuto di arte dell’exhibiting, dell’esposizione di oggetti, opere o prodotti riposti su scaffali, sistemati dentro preziose vetrine o appesi alle pareti, per diventare un racconto proposto per coinvolgere, sedurre e far riflettere lo spettatore. L’attività espositiva ha nel tempo acquisito una propria autonomia di linguaggio assegnando la responsabilità del progetto allestitivo ad una nuova figura, quella del curatore. Di questa storia il nostro volume indaga un arco temporale di un secolo, dagli inizi individuati nella ricerca di una via italiana alla modernità negli anni tra le due guerre fino alle contemporanee ricerche che si misurano con un mercato globale dominato da grandi soggetti istituzionali e fondazioni private.
Chapters
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Prefazione
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La Biennale Architettura di VeneziaMetamorfosi di un format espositivo
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Branding Fondazione PradaUna collezione di strategie
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Architectural Exhibition as Environmental Apparatus
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Stare sul confineUna mostra come azione di ricerca
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“Lo strappo da un mondo morto a un mondo vivo”Architettura e mostre tra gli anni Venti e Quaranta
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“Mnemosyne” di un regime: gli spazi della Mostra della Rivoluzione Fascista al Palazzo delle Esposizioni, 1932-1934
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Giuseppe Pagano, curatore, exhibit designer e “La mostra itinerante del libro italiano”, 1938-1939
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Erberto Carboni, una modernità inquieta
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L’introduzione del cinema nelle esposizioni di architettura e urbanistica dagli anni Trenta agli anni Cinquanta
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BBPR. Lo spazio come esposizione
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Carlo Ludovico Ragghianti. Pensare le mostre
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Le mostre di Bruno Zevi
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Gio Ponti e l’Esposizione Internazionale del Lavoro a Italia ‘61
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Scontro di situazioniBruno Zevi e il padiglione italiano a Montreal ‘67
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La cristallizzazione del “Grande Numero”La XIV Triennale di Milano del 1968
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Carlo Scarpa e Roberto Calandra. Architettura e museografia nel progetto per il Nuovo Museo Nazionale di Messina
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Effimero e perenneSu alcuni allestimenti romani di Costantino Dardi
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Mostre e concorsiLa V Biennale Architettura di Francesco Dal Co, 1988-1991

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